Problem Solving – Panoramica di alcune semplici tecniche
Attraverso il “Problem Solving” è possibile arrivare alla soluzione di un problema applicando uno o più metodi. Ma quali sono questi metodi? esaminiamone insieme alcuni tra quelli più a portata di mano per relativa complessità.
Il primo metodo che è possibile applicare al nostro prolbema è quello di cercare di ridurlo ai minimi termini partendo direttamente dalla sua forma teorica: un problema non è altro che una serie di ostacoli che si frappongono tra noi e il nostro obiettivo. Rimuovendo gli ostacoli uno per uno, si dovrebbe giungere alla rimozione completa del problema.
Sembra semplice, ma attenzione: non sempre funziona. Dipende fortemente dal problema stesso e dagli ambiti in cui si muove. Di conseguenza è importante chiedersi prima ancora di cominciare: quello che sto esaminando è uno di quei casi in cui mi basta rimuovere gli ostacoli, o ci sono altri fattori in gioco?
Una volta consci degli aspetti più generali del problema possiamo procedere ad individuare la strategia di risoluzione più adatta.
Uno dei metodi più antichi e ancora più efficaci è il caro vecchio “Dividi et Impera“: spezzando il problema in sottoproblemi (ad esempio uno per ogni ostacolo), è possibile risolverli individuamente e avremo risolto il problema. Questo metodo è piuttosto semplicistico e ha la pecca di ereditare la vulnerabilità di base del considerare la soluzione come la mera sconfitta dei singoli ostacoli. Può tuttavia risultare utile e soddisfacente in una quantità sorprendentemente alta di casi. Da non dimenticare la sua predisposizione alla ricorsività: ogni sottoproblema può a sua volta essere ridotto in sottoproblemi e superato risolvendo questi ultimi.
Un altro metodo assolutamente semplice è quello dell’analogia: un problema simile a quello attuale è stato già risolto precedentemente, da noi o da qualcun altro? Quale è stata in quel caso la soluzione? E’ una soluzione percorribile anche per il problema attuale? Se la risposta è sì, non occorre far altro che applicare una seconda volta tale soluzione. La semplicità e l’ovvietà di un metodo tanto semplice non deve far cadere in inganno: moltissimi problemi possono essere risolti in questo modo, e tale è il motivo per cui le knowledge base e i repository di conoscenza sono diventati tanto importanti: perché dover sprecare tempo ed energie per rielaborare una soluzione per un problema quando questa può essere semplicemente letta ed applicata? Questa filosofia ha dato vita ad una tecnica di Problem Solving chiamata “Risolvi ed analizza“, la quale ha proprio come scopo primario quello di documentare sia il problema riscontrato sia l’eventuale soluzione in modo da facilitare il lavoro a chi dovrà gestire il medesimo problema in futuro. (A nessuno viene in mente siti web molto noti in cui di fatto ognuno può trovare soluzioni condivise da chi prima di noi ha dovuto gestire il medesimo problema?)
Al di là dei metodi semplici esistono i metodi complicati, e qui dovremmo fare una distinzione tra quelli “tecnici” e quelli “creativi“. I primi si basano su algoritmi e flussi tali da condurre alla formulazione della soluzione, mentre i secondi si basano sull’innata creatività umana.
Gli approcci creativi sono i più veloci da illustrare, nonostante la loro enorme complessità intrinseca che ancora oggi fatichiamo enormemente a codificare a livello informatico.
Metodi creativi sono ad esempio la cosiddetta “Incubazione“: inseriamo nella nostra mente tutti gli elementi di un problema e poi smettiamo di pensarci lasciando libera azione alla mente inconscia. Gli effetti e l’efficacia possono variare a seconda della nostra cultura in materia e della nostra intuizione; non è sicuramente raccomandato nel caso in cui si abbia fretta.
Il “Pensiero Laterale” è una tecnica estremamente creativa che può aggiungere alla risoluzione del problema anche il vantaggio di formulare nuovi scenari utili a migliorare la situazione oltre la semplice soluzione. Il trucco è quello di pensare controcorrente, liberi da ogni schema, o casualmente, in modo da individuare relazioni e legami e scenari che per tradizione o per altri motivi non sono ancora stati considerati. Una volta trovata l’intuizione che porta alla soluzione avremo anche raccolto scenari da poter affiancare alla nostra situazione che ci si augura possano migliorarla ulteriormente.
Altre tecniche sono per esempio il “Reversing” (ovvero tentare di provare che il problema non può essere risolto) ed il “Brainstorming” (ovvero riunire un gruppo di persone focalizzandole tutte insieme sull’obiettivo e lasciandole libere di mettere sul tavolo tutte le idee che man mano escono dalle loro menti)
Le tecniche creative sono appassionanti e affascinanti, ma nonostante la possibilità di formulare soluzioni assolutamente calzanti ed efficaci esse solitamente presentano poca efficienza e soprattutto mancano in se stesse di opportuni strumenti di misurazione della qualità del risultato ottenuto. Da notare che questa mancanza non è intrinseca del metodo, ma semplicemente dell’abitudine con la quale questo metodo viene utilizzato.
Le metodologie tecniche offrono invece meno flessibilità (si opera unicamente nel conosciuto, difficilmente aiutano ad introdurre elementi nuovi) ma d’altro canto offrono strumenti più precisi riguardo al valore della soluzione ultima.
Citiamone unicamente un paio tra le più interessanti.
Esiste la “Root cause Analysis (RCA)“, la quale torna utile soprattutto per identificare la causa prima di un problema e non può quindi essere utilizzata per prevenirlo ma unicamente per risolverlo analizzandone le cause. Questa tecnica pone quindi maggiore attenzione alla misurazione della causa scatenante piuttosto che non ai singoli sintomi del problema; una volta misurate le cause lavora per rimuoverle evitando quindi che il problema si presenti. Questa è la filosofia del metodo; le tecniche per implementarlo sono numerose e possono essere molto articolate.
L’altra metodologia interessante è l’”Analisi Generale Morfologica“, la quale pone il proprio utilizzo nell’area dei sistemi di problemi multidimensionali e non quantificati. Qui ci muoviamo su sistemi molto complessi come la situazione politica o il marketing, sistemi che difficilmente possono essere espressi come modelli matematici. L’Analisi Morfologica, ben sapendo che in queste situazioni ogni singolo aspetto del problema globale può essere slegato in natura e conseguenze dagli altri, comincia dall’effetto finale del problema e risale i meccanismi interni del sistema prestando assoluta attenzione alle relazioni ed interazioni tra i singoli elementi del sistema stesso.